lunedì 1 ottobre 2018

Riflessioni su Frank Castle a.k.a The Punisher

Ladies ad Gentlemen, bentornati su RouleHat e benvenuti al primo articolo di Ottobre.
Oggi sono qui per proporvi qualcosa di leggermente diverso, l'analisi di uno dei miei antieroi preferiti, The Punisher.





Agli occhi di molti, Frank Castle è solamente un vigilante in cerca di vendetta per la sua famiglia, ma la questione è molto più profonda di quello che sembra.
Per comprendere appieno il personaggio di The Punisher dobbiamo andare ad analizzare un paio di fattori, la storia, la filosofia e la psicologia del personaggio.

The Punisher è nato nel 1974 dalle matite di Gerry Conway, Ross Andru e il mitico John Romita Sr.
Frank Castle, nato Francisco Castiglione, è un italoamericano di seconda generazione nato e cresciuto nel Queens.
Poco più che adolescente, conosce e sposa una ragazza, Maria, da cui ha una figlia, Lisa.
Per badare alla famiglia, si arruola nel corpo dei Marine, dove esce dell'accademia con il massimo dei voti, operando e imparando ogni possibile trucco dalle varie unità militari.
Durante il periodo della guerra in Vietnam, Frank si dimostra un soldato impareggiabile, capace di soppravivere a tutto.
Il suo senso del dovere (o il desiderio di combattere) lo porteranno a cambiare il suo nome all'anagrafe da Francisco a Frank, per tornare sul campo di battaglia dopo il secondo mandato.
Tornato a casa dopo quasi quattro anni di conflitto, Frank è pronto a vivere la sua vita in pace con la moglie e i figli, Lisa e Frank Jr.
Per festeggiare il congedo, Frank decide di portare la famiglia a fare un pic-nic, ma quella che sembrava una bella giornata si trasforma in un inferno.
La famiglia Castle assiste per sbaglio a una resa di conti tra Gangster e nel conflitto a fuoco, Maria, Lisa e Frank Jr muoiono, mentre Frank viene ferito mortalmente.


La resistenza e la rabbia di Frank gli permettono di rimettersi in piedi, ma le problematiche aumentano.
I testimoni scarseggiano e la polizia è piena di agenti corroti.
Frank ha perso la sua famiglia e la società gli ha voltato le spalle.
Non è arrabbiato, ciò che prova non è possibile rappresentarlo con un emozione e in una forte risposta dal sapore criminale, decide di girare a sua volta le spalle verso la società.
Fa ricerche, si arma e uccide ogni singolo uomo responsabile della morte della sua famiglia.
Da quel momento, Frank Castle giura di dare la giusta punizione ai crimini maggiori: assassini, stupratori, spacciatori, razzisti violenti, trafficanti, rapitori, ecc.

Frank Castle è morto, al suo posto è nato The Punisher




Dalla sua storia personale si posso dedurre vari particolari:
-Una forza di volontà adamantina.
-Una grande propensione per il combattimento.
-Un amore molto forte per il suo nucleo familiare.

Questi sono gli elementi base del personaggio, ma con il passare degli anni molte persone si sono fatti una domanda: Frank Castle ha veramente ragione? Le sue azioni fanno davvero del bene alla società? è giusto lasciarlo fare?

Per rispondere a questa domanda ci rivolgiamo alla filosofia e al pensiero degli autori che lo hanno influenzato maggiormente.

Quando Frank uccide dei criminali, non vede nel suo gesto vendetta o giustizia, ma punizione.
Usa questo termine, lui non si vede più come un uomo, lui è un forza della natura, la morte fatta persona.
Anche il costume ha un senso, il teschio bianco serve a ingannare i criminali (Dato che gli da un bersaglio ed è una parte piena zeppa di Kevlar) e a spaventarli, serve a fargli capire "Sarà la cosa che ti porterà via".

Frank perciò si vede come una forza della natura al di sopra della giustizia o della vendetta, tutte cose che lascia agli umani.
Ma tutto questo è giusto?

Quando si riflette sulla giustizia, si deve riflettere sull'etica e qua abbiamo le due colonne portanti, l'etica Utilitarista e l'etica Kantiana.
Per farla breve, la prima si fa questa domanda "Questa azione produce un bene superiore o no?" e la seconda invece "Questa azione è universalmente accettabile?"




Frank uccide i criminali e meno criminali significa più sicurezza e meno pericoli, uccidere il male per favorire il bene.
Può sembrare perfetto agli occhi delle due etiche, ma in realtà non è così.

Un esempio?

Nella serie Punisher MAX, Frank riesce a sgominare un giro di prostituzione e traffico di esseri umani uccidendo i vari criminali che lo gestivano, sapete cosa succede dopo?
Dei nuovi criminali formano un nuovo giro, ma stavolta sono più sofisticati e attenti.
Questa è una delle dimostrazioni che Frank non fa né del bene Utilitarista né del bene Kantiano, per il semplice fatto che i criminali si adattano e ritornano, punto di partenza.

Ma allora che fare?

Ebbene, c'è una terza scelta ancora più sicura, giusta ed equilibrata che può aiutare ad affrontare il problema, quella della legge.
La legge viene creata dal pensiero di più persone, un insieme di pensieri soggettivi che vanno a formare un unico pensiero oggettivo, utile per regolare i componenti e i funzionamenti di una società.

"L'uomo che si unisce alla società, abbandonerà la legge della giungla per quella degli uomini"

La legge sbaglia qualche volta, ma se non avessimo la legge saremmo tutti come Frank Castle, saremmo tutti quanti nel Far West.

Con la legge è possibile recuperare i criminali, fargli scontare una pena e, se possibile, rinserirli nella società e in questa maniera si può creare altro bene, perché è un azione che produce un bene superiore e togliere potere al male per favorire il bene è universalmente accettabile.

Ma cosa pensano color che hanno lavorato al personaggio?

Secondo Garth Ennis, il disegnatore che ha lavorato alla serie "Bentornato Frank" ha una morale molto diretta e semplice, vede il mondo in bianco e nero.

Per Gerry Conway, uno dei suoi padri invece lo vede come "Un gigantesco Test di Rorschach" dove ognuno è libero di interpretarlo come vuole.

Ma la risposta migliore viene da Steve Grant che cita la teoria del filosofo Martin Heidegger secondo cui:

"Dal momento che non potremo mai sperare di capire il motivo per cui siamo qui, se c'è ancora qualcosa da capire, l'individuo deve scegliere un obiettivo e perseguirlo con tutto il cuore, nonostante la certezza della morte e della mancanza di significato dell'azione"

E questa ultima risposta da molto su cui pensare.
Frank sa bene che le sue azioni non porteranno nessun cambiamento, ma lo fa perché sente che deve farlo.
Conosce bene la violenza e il sangue e forse è per questo che non lo sostengo più come un tempo.
Uccidere è l'unica cosa che sa fare, è l'unica cosa che gli sia mai piaciuta.

Dopo tutto questo pensate ancora che The Punisher possa fare la differenza nel mondo?

Allora proviamo a usare la matematica.

Nel 2011 a Frank Castle sono stati contati almeno 48.502 omicidi.
Ha iniziato la sua avventura nel 1974 e ha prestato servizio in Vietnam.
Secondo alcuni studi ci sono circa 814.000 omicidi l'anno.
Quindi facendo bene i calcoli e ipotizzando che uccida almeno 3,5 criminali al giorno.
Frank Castle ad oggi ha ucciso solamente 57.445 criminali, senza diminuire o aumentare il numero di omicidi, alla faccia del grande cambiamento.

Ma se nemmeno questo va bene, allora andiamo ad analizzare qualcosa di leggermente più solido, la psicologia, con la serie non canonica Punisher Max (2003-2011).



In questa serie si viene a vedere quello che è il vero volto di Frank Castle, del suo periodo nel Vietnam e della voce invisibile che sentiva e che continuava a promettergli "Una guerra eterna".
Nella serie si viene a scoprire che stava già pensando di diventare un vigilante ed era pronto ad abbandonando la sua famiglia, in quanto sentiva che non era la vita che voleva, alla fine ha ottenuto ciò che voleva, pagando con la vita della sua famiglia.

In questo breve paragrafo abbiamo già una bella fetta della psicologia di Frank.

Frank soffre di evidenti sintomi da Stress Post-Traumatico e da lievi cenni di Schizofrenia.
Gli incubi, il carattere freddo e schivo, l'iperattivita psicofisica, le allucinazioni uditive, sono tutte cose che Frank prova o ha provato nella sua vita.

Senza contare il fattore più importante, a lui piace uccidere.

Prova piacere nello sparare, sbudellare, bruciare e infilzare i criminali.
So che sembra scontato, per tanti anni, il pubblico ha pensato che Frank continuasse a fare quello che fa per onorare la sua famiglia e ripulire il mondo dalla feccia della criminalità.
Ma rifletteteci bene.

Frank bramava così tanto il fatto di avere un bersaglio, un nemico, una guerra da combattere che ha speso più di quattro anni della sua vita in una delle guerre più sanguinarie della storia, senza preoccuparsi della sua famiglia.
Quando non ha più avuto un nemico, la vita è diventata noiosa, né i sorrisi dei suoi figli né l'amore di sua moglie gli bastavano.
E al momento della loro morte ha pianto, è rimasto scioccato, si è sentito male, non per il sangue o per i proiettili, ma perché si è finalmente sentito libero.
Libero di poter fare ciò che vuole.
La morte della sua famiglia è il suo Casus Belli e la sua scappatoia.

Nella serie Punisher Max questo fatto è ufficializzato, mentre nella linea Marvel ufficiale è ancora in discussione.
Nel evento Secret Empire (2017) Frank arriva addirittura a stringere un patto con Captain Hydra con la promessa che avrebbe riportato in vita la sua famiglia.


Mentre nel fumetto Punisher vs Deadpool, Frank ammette che la morte della sua famiglia lo ha "Liberato".
Ma non è certo se stesse dicendo il vero o se fosse solo arrabbiato con Deadpool in quel momento.



Ma sapete, nonostante venga sempre raffigurato come un antieroe, Frank in ben due universi alternativi è riuscito ad elevarsi e a diventare un eroe a tutti gli effetti, prendendo il manto di Captain America.



Nella prima, Frank si libera del dolore della perdita e diventa ufficilamente il nuovo Captain America, nella seconda si libera e le sue gesta ispirano una nuova generazione di eroi.


Ergo, Frank continuando a uccidere criminali li sta abituando al peggio, sta facendo un danno alla sua società, mentre il Frank Castle alternativo ha dimostrato che il bene produce altro bene.

Quindi per riassumere:
-Non sta facendo del bene.
-Sta causando ancora più danni.
-è un malato di mente.
-Ed è un assassino a cui piace uccidere.

Le azioni di Frank sono dannose sia per se stesso che per la società e ciò ha delle basi, filosofiche, psicologiche e matematiche.

La morale dell'articolo?

La società è formata da uomini e quindi di per sé non è perfetta, ma è il sistema migliore che esiste.
è vero che può essere corrotta, ma se si tratta di una democrazia può essere facilmente riformata e cambiata in meglio.
Puntate sempre sulla legge e mai sulla vendetta, perché un gioco di merda dove perdono tutti.

Questo è tutto Ladies and Gentlemen, grazie per aver letto questo malloppo, spero di non essere stato troppo pesante.
Con questo articolo cominciamo il mese di Otto...aspettate.
è Ottobre!
Sapete che vuol dire?
...
RouleHatween!!






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