Iniziamo con qualcosa di rassicurante e certo: la morte.
Perché fa tanto paura? Quali sono i tratti peggiori che ci spaventano? Quali sono i particolari che possono essere distorti per terrorizzarci ulteriormente? E la paura della grande mietitrice basta a giustificare le azioni disumane di un gruppo di immortali?
A queste domande risponde il seguito di "Shining".
Per la regia di Mike Flanagan, "Doctor Sleep".
Almeno una volta nella vita, le persone che consumano molto materiale Pop si sono fatti una domanda "Questo sequel era davvero necessario?".
A volte non lo sono, a volte lo sono e a volte sono particolari esattamente come "Doctor Sleep" e mi riferisco sia al libro che al film.
Se ci fosse un modo per definirlo sarebbe "Un sequel non necessario e che nessuno aveva chiesto, ma che piace comunque".
Da quando nel lontano 1980 uscì il film "Shining" di Stanley Kubrick, tratto dal celebre libro di Stephen King, i fan dei due colossi si divisero.
Chi amava il libro diceva che il film era pessimo e che non si avvicinava minimamente all'idea originale, chi amava il film invece lo considerava meglio del libro.
Per molti le due versioni erano incompatibili, ma c'era anche una rara branca di fan che li considerava complementari.
Anche se in forma minore, "Doctor Sleep" cerca di fare lo stesso, ma non ci riesce poi così tanto.
"Dan Torrance (Ewan McGregor) è cresciuto, sopravvissuto insieme alla madre agli orrori del Overlook Hotel e con il tempo e l'addestramento di Dick (Carl Lumbly) ha imparato a rinchiudere i fantasmi maledetti in delle scatole dentro la sua mente.
Da adulto, come suo padre, cade preda dell'alcolismo e perde temporaneamente i suoi poteri derivati dalla "Luccicanza".
Danny va in riabilitazione, riacquista i suoi poteri e li utilizza per alleviare i pazienti terminali nell'ospedale dove lavora, lì acquisisce il soprannome di "Doctor Sleep".
Dopo 8 anni, Dan scopre che al mondo c'è Abra (Kylieght Curran), una bambina con i suoi stessi poteri ma ancora più forti e dovrà difenderla da un gruppo di luccicanti che vogliono ucciderla per allungarsi la vita".
Ogni volta che un regista si cimenta nella realizzazione di un film tratto da un libro di Stephen King, vengono fuori con grande evidenza sia i lati positivi che quelli negativi dell'opera e mi riferisco a entrambi, scrittore e regista.
Da un lato abbiamo un sequel di "Shining" e uno Stephen King che dopo tanti anni ha ripreso una sua creatura e le ha dato un figlio con una trama abbastanza avvincente.
Nel film invece si può ammirare gli omaggi Kubrickiani che il regista ha voluto dare, mentre gli attori sono semplicemente perfetti, McGregor è bravo, la ragazzina è brava, tutto quanto il cast, chi più chi meno, è bravo.
Ma dall'altro lato sono evidenti i lati oscuri che l'erede mostra.
Nel film sono presenti tantissimi stereotipi alla Stephen King, talmente palesi che potreste scriverci una canzoncina buffa su di essi (l'alcolista, una squillo, bambini con poteri psichici che vengono da "nessuno lo sa").
Ma almeno non si svolge a Castle Rock nel Maine...o almeno, si trova molto vicino.
Oltre alla maledizione degli spettri che perseguitano Dan, il film riesce a dare allo spettatore un altro tratto Kubrickiano, l'immedesimazione.
Avete presente la scena di Shining dove Dan con il triciclo viene ripreso da una telecamera e dà l'impressione allo spettatore di essere un fantasma che segue il bambino?
Ecco con questo film il regista è riesce a far immedesimare lo spettatore in un altro tipo di maledizione, quella del "Bello, ma non è..."
E "Doctor Sleep" ha proprio questa maledizione, perché come film è valido e ben fatto, ma non è "Shining".
So che potreste dirmi: "Infatti non lo è, si chiama "Doctor Sleep", babbeo".
Avete ragione, ma il problema è che ci sono momenti in cui questo film non vorrebbe semplicemente assomigliare a "Shining", ma essere "Shining".
E nonostante alcune scene possano essere considerate delle semplici citazioni, non danno comunque l'impatto sperato.
Il film di Kubrick acquisì molta fama perché era spaventoso su tantissimi livelli, così tanti che facevano il baffo ai livelli di King.
E questa probabilmente è la migliore lezione che il regista ha lasciato ai postumi per chiunque volesse realizzare un film tratto dalle opere dello scrittore, riassumibile in una semplice frase:
"Non farlo come lo farebbe King, fallo come lo faresti tu".
E in un certo senso il regista ha fatto in questa maniera, ma lo ha fatto a metà, che è come dire che non lo ha fatto per niente.
Anche il genere del libro e del film lasciano perplessi, perché in tutta onesta, non mi sentirei in vena di catalogarlo come un Horror.
Assomiglia più a un action sovrannaturale, con scontri mentali e personaggi tostissimi, correggetemi se sbaglio, ma non è mettendo una sola scena splatter che trasformi un film action in un horror.
Detto ciò, "Doctor Sleep" rientra in quella categoria di sequel non eccelsi, buoni e meritevoli di una visione per gli attori e i riferimenti al primo film ma che non va oltre a queste cose.
Ladies and Gentlemen, godetevi pure la vostra "serata morta".
Posso assicurarvi che nel bene o nel male si animerà molto presto.
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