martedì 1 ottobre 2019

"C'era una volta a...Hollywood": Recensioni nel cappello

Ladies and Gentlemen, Bentornati su RouleHat.
Oggi ho intenzione di raccontarvi una storia.
Scritta,diretta e prodotta dal quel simpatico pazzoide di Quentin "Jerome" Tarantino.
Anche questa finisce con un "E vissero per sempre felici e contenti" ma per arrivare a un bel finale c'è bisogno di coraggio, speranza e...un lanciafiamme.
Preparate i popcorn e mettetevi comodi.
Questo è "C'era una volta a...Hollywood"



Il nono film del grande regista, parla della vita quotidiana tre personaggi, abitanti più o meno famosi della Hollywood anni 70.
Rick Dalton (Leonardo Di Caprio) attore balbuziente e vicino alla fine della sua carriera nel cinema americano.
Cliff Booth (Brad Pitt) stuntman, controfigura, guardiano legale e migliore amico di Rick.
Sharon Tate (Margot Robbie) vera attrice, moglie di Roman Polanski e una delle vittime della Manson Family.
Nonostante si avverta l'aura Tarantiniana del film "C'era una volta a...Hollywood" non è un film facile, dato che durante tutta la pellicola si mischiano eventi reali e fantastici, finzioni dietro finzioni, personaggi che si immedesimano così tanto da non sapere più che personaggio stanno interpretando.
Tutto il film è una grande lettera d'amore che Tarantino ha voluto mandare a quella magica terra dei sogni che era Hollywood negli anni 70.
Grandi film, grandi attori, grandi produzioni.
Una gigantesca era di benessere economico per le star del grande schermo.
Per comprendere al meglio questo film però bisogna vedere i vari livelli più o meno nascosti durante tutta la durata della pellicola.

-La storia

Il film si apre con Rick, Cliff e Sharon che vivono le loro vite.
Da una parte c'è Sharon che si concentra sul vivere tranquilla lontana dal grande schermo.
Dall'altra parte ci sono Rick e Cliff.
La carriera nel cinema americano di Rick sta per finire e un manager gli propone di riciclarsi come attore di Spaghetti Western.
Ciò gli permetterebbe di recitare, ma il solo pensiero non fa che mandarlo in depressione.
Cliff, in quanto suo stuntman, migliore amico e controfigura lo seguirà.
Anche se a tratti, la lro amicizia è motlo simile a un rapporto di coodipendenza.
Cliff senza Rick faticherebbe a trovare un altro lavoro, avendo avuto degli incidenti in passato, incluso il probabile omicidio di sua moglie e uno scontro sul set con Bruce Lee.
Mentre Rick senza Cliff si sarebbe già ucciso per l'alcolismo e la depressione.
Due cavalieri erranti senza patria, dei mercenari nobili, pronti a tutto per continuare a vivere nel mondo delle meraviglie.
Sharon invece assume un ruolo molto passivo nonostante sia l'attrice reale rappresentata nel film.
La si vede andare in macchina con il marito, comprare libri, rimanere incinta.
Si limita a nascondersi tra il popolo, entrando in una sala cinematografica a vedere uno dei suoi vecchi film, pronta a sentire i pareri degli spettatori.
Sente le risate, i commenti belli o brutti e si sente realizzata, sapendo che anche se il tempo è passato, il popolo non si è dimenticato della principessa.
In queste righe ho usato varie parole estranee per un ambientazione in stile anni 70, ma l'ho fatto per un motivo preciso.
Perché, esattamente come dice il titolo del film, questa è una gigantesca fiaba narrata da Quentin Tarrantino.
Pensateci.
Abbiamo degli eroi erranti , una principessa che si sistema nel suo castello con il suo principe, un nemico da sconfiggere, un drago (generato probabilmente dalle droghe molto diffuse a quel tempo) una vittoria gloriosa e un lieto fine per tutti i buoni.


-I personaggi

Escludendo Sharon, Roman Polanskim, Bruce Lee, Charles Manson e la sua famiglia, Rick e Cliff sono dei personaggi ex novo nati dalla fusione di più figure.
Rick è ispirato a diversi attori dell'età classica di Hollywood ed esattamente come al maggior parte di loro, la sua carriera è stata stroncata dalla nascita della nuova Hollywood e dalle nuove star del cinema verso la fine degli anni 60.
In particolare, Tarantino si è ispirato Ty Hardy, che da personaggio da serie tv è passato agli spaghetti western.
E altri particolari provengono da Ralph Meeker, George Maharis, Edd Byrnes, Tab Hunter, Vince Edward, Fabian Forte.
Cliff invece è stato il primo personaggio creato da Tarantino.
Gli ha dato un passato da berretto verde come Billy Jack, eroe d'azione interpretato dall'attore Thomas Laughtin.
Per la parte stuntman si è ispirato a Gary Kent, uno stuntman che lavorava allo Spahn Ranch quando la famiglia Manson era presente sul posto.
E in parte si è ispirato a Gene LeBell, artista marziale e controfigura che ha lavorato in "Il calabrone verde".
Uno dei pochi che sapesse stare al passo con Bruce Lee.


-Il cinema

In questo film il tema del cinema viene preso in ogni sua possibile forma che si uniscono e prendono una forma materiale che porta il nome di Hollywood.
Chi ci abita o ci lavora, respira cinema, vede il cinema, sente il cinema, tocca il cinema, annusa il cinema (e anche i piedi).
La realtà è cinema e Tarantino nel film lo fa capire bene.
Ti fa vedere i dietro alle quinte e le interviste durante il film, ti fa vedere il film, le sue tecniche, la produzione, gli stacchi e la recitazione.
Una parte fondamentale si vede quando Rick interpreta un personaggio western.
La telecamera è messa in primo piano e ti fa sentire sia spettatore che regista, entri a far parte del film e ti ritrovi a lavorare negli anni 70.
Visto in questa maniera "C'era una volta a...Hollywood" è un film nel film sul film.


Dopo tutti questi giri di parole e livelli di interpretazione, bisogna rispondere alle critiche principali rivolte al film:
-Il film è lento
-Ma perché è fatto cosi?
-Perché la violenza è in ritardo?
-Questo film fa schifo/ questo film è spettacolare.

In ordine:
-Sembra lento perché non è il solito film d'azione, splatter ignorante di Tarantino.
Questo è quello che molti chiamerebbero uno "Slice Of Life", un pezzo di vita.
Ci sono persone normali che, per quanto famose, fanno un lavoro come un altro, hanno le loro amicizie, i loro rimpianti e i loro difetti.

-La trama del film è fatta in questa maniera perché come ho già detto "Questa è una grande fiaba raccontata da Tarantino" con degli eroi, una principessa, un drago e un lieto fine.

-La violenza nel film è presente, come è presente nella storia umana, il punto è che la violenza la vediamo per tutto il film, molta nella parte irreale ma dove è gestibile e l'altra in quella reale dove diventa addirittura esagerata.

L'ultimo punto invece ha bisogno di un commento più articolato.
Perché è facile dire che sia il peggior film di Tarantino, ma allo stesso tempo è difficile dire che faccia schifo.
La regia, la trama, lo stile, tutto quello che Tarantino ha portato per anni sullo schermo si è sentito comunque in questo film e onestamente ve ne consiglierei assolutamente la visione.
Ma in questo film manca una cosa importante che negli altri film di Tarantino è presente.

La personalità

I principali film di Tarantino sono conosciuti per lo stile comicamente esagerato, le citazioni al limite del plagio e la violenza.
Appena vedi per la prima volta queste cose, quando andrai a vedere una altro film riconoscerai subito lo stile di Tarantino.
I dialoghi sopra le righe, le azioni sopra le righe, lo svolgimento della trama.
Tarantino ha assorbito molte delle sue tecniche di scrittura e regia dai vecchi film che vedeva da giovane e che ha utilizzato più volte nei suoi film.
I campi lunghi, i primissimi piani, gli stalli alla messicana.
Inconsciamente o meno, Tarantino ha creato una vera e propria azione di nostalgia, nata perché piaceva a lui, ma che è riuscita a condizionare anche noi.
Lo stile vecchio riportato in auge e lucidato a dovere per dargli un aspetto pop.
Il mix perfetto.
Ma in "C'era una volta a...Hollywood" tutto questo non è "originale" o eclettico è semplicemente all'ordine del giorno e lo si nota sopratutto quando lo spettatore viene messo davanti alla telecamera.
Il film è ambientato negli anni 70 e i dialoghi, le azioni e i campi che vengono usati nel film, se visti con l'occhio di quell'epoca, non sono nulla di speciale.
Il film è una lettera d'amore a una grande epoca, ma quell'amore si va a confondere con l'atmosfera vintage onnipresente e non permette alla personalità tipica di Tarantino di emergere completamente.

Riassumendo: "C'era una volta a...Hollywood"  è un bel film, semplicemente non è così Tarantiniano come vorrebbe essere.

Ladies and Gentlemen, spero abbiate un cuore forte, perché Ottobre è arrivato.
Sapete cosa vuol dire?
Ricomincia il RouleHatween.
AHAHAHAHAHAHAHAHAHA!!




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