giovedì 25 gennaio 2018

ConceptHat: Il Non-racconto

Ladies and Gentlemen, bentornati a RouleHat, il blog che si scrive solo a inizio e a fine mese.
Ditemi, quanti di voi da piccoli hanno chiesto ai genitori "Mi racconti una storia"?
In molti credo, anche perché mia madre da piccolo mi leggeva i libro games e "Le avventure di Tommy" di Tony Wolf (Miglior libro per l'infanzia di sempre.)
Ma ultimamente mi sono dovuto confrontare con qualcos'altro, un particolare che viene ignorato ma che può risultare potente se usato bene.

"Il Non-racconto"

(Ciò che vi dirò non è un vero e proprio concetto tecnico, si tratta solamente di ciò che penso.)

Non raccontare qualcosa può essere un'arma a doppio taglio, se da un lato può far risaltare la storia stessa, dall'altro può risultare fastidioso.
È uno strumento che si considera poco e credo che l'origine di questa poca utilità risieda nel fatto
che oramai siamo abituati a sapere e a voler sapere tutto di tutti, basta pensare ai libri/fumetti/show televisivi che vengono creati per spiegare i retroscena dei retroscena.

Ma è un pregio o solo un difetto?

Come ho già detto, può essere una mossa interessante, ma quali possono essere i metodi di applicazione?
Iniziamo con gli esempi.

2001: Odissea nello spazio/ Shining




Quanti di voi si sono mai lamentati dei finali di Stanley Kubrick?
Se dite di averli capiti subito o siete molto svegli o siete degli ottimi bugiardi.

In entrambi i film, ci sono dei finali profondi, ma poco spiegati, sai solamente che esistono e li accenti in quanto parte del film.
Ed è qua che iniziano già i discorsi del Non-racconto.
Per quanto siano spettacolari o inquietanti, nulla di tutto ci viene spiegato bene (Almeno fino a quando qualcuno non fa attente analisi sulle scene.)
Come fa l'uomo a rinascere come un bambino stellare? Come raggiunge la stanza dell'esistenza universale?
Perché Jack appare nella foto? Era già un fantasma prima che iniziasse tutto il film oppure è stato maledetto?

Il potere in questo caso sta nel semplice fatto che non bisogna per forza di spiegare tutto per ottenere un'effetto spettacolare o inquietante, ti viene dato e basta.
In quanto media visivo tu devi solo osservare, poi puoi pure fare tutte le analisi che vuoi.


La serie dei Souls




Per i videogiochi come Demon's Souls/Dark Souls e Bloodborne invece la questione è un po' diversa.
La trama complessiva non è formata da una storia, ma dalla Lore.
La Lore si distingue dalla semplice storia in quanto non ha una precisa collocazione temporale e la maggior parte degli eventi che sono successi o che stanno succedendo possono essere appresi, anche solo in parte, attraverso i dialoghi o leggendo le informazioni riguardo le armi, gli oggetti e gli strumenti.
A conti fatti c'è già della struttura, ma il punto del non racconto stavolta si dirige sul giocatore.

In Demon's Souls sei un cavaliere sconosciuto che deve liberare la città dai demoni.
In Dark Souls sei uno sconosciuto che dovrà impedire lo spegnimento di una fiamma per evitare il collasso del mondo.
In Dark Souls II sei uno sconosciuto che cerca una cura alla vuotezza dell'anima.
In Dark Souls III sei uno sconosciuto che deve impedire il ciclo della prima fiamma.
In Bloodborne sei uno sconosciuto che arriva nella città di Yharnam per trovare una cura alla  malattia che ti affligge.

Ho già detto che sei uno sconosciuto?

Dopo un "simpatico" filmato, ti scegli la tua classe, le tue armi, vinci, muori (molte volte) e vai avanti nella storia fino alla fine, scoprendo più cose su quel mondo.
Questo particolare Non-racconto funziona, ma dal mio punto di vista può farlo solo nel suo media, il videogioco.

Ho letto in giro che stanno pensando di fare un fumetto su Bloodborne e il soggetto sembra essere il cacciatore.
Se volessero parlare dei retroscena come la nascita e la caduta di Yharnam, oppure della lenta trasformazione in bestia da parte di un abitante, potrei anche accettare, ma non si può fare con il cacciatore.
Sarebbe come cercare di unire la Storia alla Lore ed qua che si manifesta il problema, non si incastrano, a meno di non togliere potere al Non-racconto.

Trovo che questa sia la mia forma preferita.
Una storia che non ti d'ha nulla è da buttare.
Una storia che ti da troppo può risultare indigesta e confusionaria.
La Lore invece è come un gioco a puntini, ti dà degli indizi che puoi seguire e che possono darti un' immagine di ciò che vedi.

Ed è questo uno dei lati affascinanti, solamente perché non ci sono risposte non vuol dire che non ci siano dettagli.

Lorax


Un altro buon esempio di Non-racconto è Lorax (La storia scritta, non quella merdata del film).
Nel libro viene descritto come gli umani abbiano pian piano distrutto la foresta, provocando la morte ideologica di Lorax.
Egli è il guardiano della foresta, colui che dovrebbe proteggerla e che dovrebbe ispirare gli esseri umani a fare di meglio, ma verso la fine del libro, si toglie di culo in quanto non è stato in grado di svolgere il suo ruolo, lasciando gli esseri umani a bollire nel loro stesso brodo.

Nella storia un ragazzino riesce a trovare l'uomo che tempo fa acconsentì alla distruzione della foresta e si mette a sedere per ascoltare tutta la storia.
Alla fine l'uomo misterioso lancia un seme al ragazzino, in modo che possa piantarlo ed evitare gli stessi errori che gli adulti avevano fatto in precedenza.
Nel film viene visto come si risolve tutto in allegria ( Mentre scrivo questa frase sono un po' incazzato).
Nel libro invece non ci viene mostrato nulla.
Questo è il modo perfetto non solo di sfruttare il potere del Non-racconto, ma è anche un buon modo per far apprendere una lezione.

La storia di Lorax tratta un tema importante ed è per questo che funziona, se alle persone non viene dato un vero e proprio finale per la storia, continueranno a pensarci e in questa maniera continueranno a mantenere in vita l'idea.

Alla fine la domanda è: Il Non-racconto peggiora o migliora la storia?
Dipende.
Se si parla di buchi di trama è negativo, ma se la parte non detta è studiata, allora ci sono possibilità di aumentare il valore della storia.
Infondo l'arte del Non-racconto è come il Karate per gli scrittori, solo perché non ho armi in mano non significa che non possa difendermi.
Molte volte non si ha la possibilità di dire tutto, ed è per questo che il non racconto è importante quanto il racconto, ci da modo di esplorare continenti sconosciuti e di risolvere i più antichità misteri del nostro tempo.
E anche se non ci riusciamo, pazienza, vorrà dire che altri ci proveranno, qualcun'altro troverà terreno fertile per coltivare una storia.
Da quella storia si avrà una non-storia e dalla non-storia una storia.
E così il ciclo va avanti.


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